Smart Working è una delle parole che sicuramente avrete sentito di più in questi giorni di emergenza sanitaria legata al nuovo Coronavirus. Molti lo definiscono anche “lavoro agile” oppure “lavoro flessibile”, ciononostante la sostanza è sempre quella: lavorare da casa.
Il concetto di lavoro agile ricomprende molteplici aspetti, si passa dalla flessibilità dell’orario e del luogo della prestazione lavorativa fino a forme di welfare aziendale per facilitare i lavoratori genitori o impegnati in forme di assistenza parentale. Con tale procedura, si possono raggiungere diversi obiettivi… ma tre sono le parole chiavi: “Conciliare, innovare e competere”.
Fondamentalmente, sono questi i tre diversi obiettivi dello smart working, che si configura come un nuovo approccio all’organizzazione aziendale, in cui le esigenze individuali del lavoratore si contemperano, in maniera complementare, con quelle dell’impresa. Detto ciò è chiaro che Il lavoro agile funziona solo con un’efficace pianificazione da parte del lavoratore e dell’azienda.
Ogni lavoratore deve essere organizzato e trovare in casa un angolo per una postazione di lavoro tranquilla, è pure indispensabile (e non scontata) la collaborazione del coniuge. Le aziende d’altra parte devono offrire ai dipendenti strumenti tecnologici per poter lavorare anche da remoto e accompagnare i lavoratori in questo percorso.
Alla luce di tutte queste considerazioni, emerge che da un lato le aziende dovrebbero impegnarsi ad accogliere questo nuovo modello organizzativo partendo dalla formazione manageriale, per far si che i manager siano portatori e sostenitori del cambio culturale. Dall’altro i lavoratori non dovrebbero temere di rivedere e stravolgere il concetto “classico” di giornata lavorativa con orari e postazione fissa. La tecnologia oggi ci permette di lavorare dove e quando vogliamo e le aziende che vogliono ottenere il successo e la soddisfazione dei propri dipendenti, non devono sottovalutare quest’enorme potenziale.