Siamo ad inizio aprile 2020 e sono trascorsi poco più di 4 mesi da quando è stato accertato ufficialmente il primo caso di contagio da COVID-19 nella provincia dello Hubei (Rep. Pop. Cinese). Da allora sino ad oggi il virus si è diffuso da uno Stato all’altro in maniera esponenziale coinvolgendo sempre più persone al punto che l’11 marzo 2020 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiara la COVID-19 pandemia.
L’emergenza sanitaria, scaturita dalla diffusione di questo nuovo coronavirus costituisce senz’altro il problema oggi più urgente da affrontare , ma è pur vero che questa pandemia ha innescato un’emergenza di carattere economico altrettanto devastante con inevitabili conseguenze negative per le famiglie, le imprese e l’economia dell'Union europea e nel mondo. Il rischio di una recessione globale di lunga durata è molto alto.
Non a caso in questi giorni, nel dibattito mediatico, ci si chiede sempre con più insistenza quanto sarà lunga la recessione che ci aspetta. In quanto tempo l’economia riguadagnerà il terreno perduto a causa dell’emergenza Covid-19? Come ipotizzare l’andamento della ripresa? Secondo un processo a V, cioè con una risalita immediata, oppure con un andamento ad U, ossia con una fase di stagnazione dalla durata imprevedibile e catastrofica?
“Quella contro il coronavirus, ha scritto Mario Draghi sul Financial Times, è una sfida senza precedenti che richiede un cambio di mentalità e deve vedere tutti – cittadini, governi, istituzioni dell’Unione europea – sostenersi a vicenda in quella che è una guerra comune da combattere insieme, attraverso una mobilitazione straordinaria e rapida di risorse pubbliche”.
L’Italia sembra che stia muovendosi in questa prospettiva sul piano nazionale ed europeo. Il Governo italiano, infatti, con notevole impegno, sta introducendo misure che garantiscono un primo sostegno all’economia nazionale (Cassa Integrazione, Fondo centrale di garanzia PMI, sospensione dei termini degli adempimenti fiscali, etc.) e sta lavorando all’implementazione di uno strumento complessivo altrettanto significativo.
L’auspicio più grande, per l’Italia e per noi della Dasir, è però, quello che dall’attuale stato di emergenza globale, l’Unione europea possa adottare sempre più misure che fortifichino, una volta per tutte, il concetto di Unione, intervenendo, senza troppe restrizioni, in soccorso degli stati membri più in difficoltà e non assecondando, per una volta, gli interessi legati al singolo Stato.