«Siete un virus e noi siamo la cura» Questa frase è ormai diventata famosa negli ultimi giorni dopo la diffusione in rete di un nuovo videomessaggio con cui Anonymous dichiara la sua cyberguerra ai danni dell’Isis. L’operazione sarebbe iniziata dopo gli attacchi terroristici alla redazione del giornale parigino Charlie Hebdo ed ha come scopo quello di dare la caccia in rete all’Isis per smantellare qualsiasi infrastruttura internet abbia relazioni con il gruppo jihadista. A testimoniare gli obiettivi raggiunti ci sarebbe una lista di centinaia di account Twitter e siti web oscurati e addiruttura foto e dati anagrafici di alcuni terroristi. Questi “guerriglieri invisibili” comunicano in stanze virtuali dove a partecipare sono in molti, da ogni parte del mondo. Le regole per parteciparvi sono ben precise e chi non le rispetta viene immediatamente bannato dai moderatori: trovare siti e account degli jihadisti, ricavarne quante più informazioni è possibile e poi oscurarli. Non sono ammessi errori. Chi sbaglia target per svista o per razzismo viene buttato fuori.
Ma cos’è anonymous? Potremmo considerare anonymous più come una filosofia che come associazione fisica: non esistono leaders, gerarchie o iscrizioni. Chi si comporta da anonymous diventa tale, un “hacktivist” che da qualsiasi parte del mondo combatte per la libertà di informazione, andando a spulciare l’intero mondo di internet per cercare di portare a galla anche le verità che ci vengono nascoste. Il nome e il logo iniziarono a circolare in rete già nel 2003, con “attacchi” di poco spessore e importanza, ma le cose iniziarono a farsi più serie e ad ottenere l’attenzione dei media nel 2007 con la protesta davanti alla sede del gioco online Habbo, ma soprattutto con la nascita del Progetto Chanology: una protesta contro la chiesa Scientology accusata di voler censurare Internet dopo aver tentato di rivendicare i diritti su un video di Tom Cruise (membro Scientology) che si stava diffondendo in rete. Dalla rete la protesta si spostò nel mondo reale, e migliaia di persone scesero nelle piazze di molti paesi, mantenendo l’anonimato dietro la maschera di Guy Fawkes, cospiratore inglese del ‘600. Da allora tale maschera, divenuta celebre grazie a V per Vendetta, è diventata emblema ufficiale di Anonymous, simbolo di protesta e ribellione, contro l’oppressione, la tirannia, la dittatura e l’oscuramento della verità. In pochi anni gli attacchi hacker e le proteste firmate Anonymous sono aumentati esponenzialmente contro le ingiustizie in ogni ambito, dalla politica alla religione. Gli anonymous sono ovunque. Possono essere intorno a te. Attento a ciò che dici.