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D-WAVE 2X - IL NUOVO COMPUTER QUANTISTICO DI GOOGLE
Da circa due anni, il team Google Quantum AI ha avviato avanzate ricerche per dimostrare che un computer quantistico è in grado di risolvere problemi di ottimizzazione ad una velocità molto superiore a quella dei computer tradizionali. L’azienda di Mountain View ha ora pubblicato i primi risultati positivi ottenuti con il D-Wave 2X, ospitato dalla NASA nell’Ames Research Lab in California. Un computer quantistico è un nuovo dispositivo per il trattamento e l’elaborazione delle informazioni che per eseguire operazioni si basa sulla meccanica quantistica. La meccanica quantistica o fisica quantistica è la teoria fisica che descrive il comportamento della materia, della radiazione e le reciproche interazioni con particolare riguardo ai fenomeni caratteristici della scala di lunghezza o di energia atomica e subatomica. Invece di utilizzare i bit dei classici computer, convenzionalmente indicati dalle cifre 0 ed 1, un computer quantistico utilizza i qubit, ovvero quantum bit o bit quantistico. Le informazioni vengono dunque codificate dallo stato quantistico di una particella o di un atomo. Tuttavia, né la manipolazione controllata di atomi e particelle né la loro reciproca comunicazione né infine la stesura di algoritmi adatti allo scopo sono obiettivi facili da raggiungere nel calcolo quantistico. Il D-Wave 2X è un sistema di calcolo quantistico costituito da un processore con oltre 1.000 qubit che opera ad un temperatura prossima alla zero assoluto. Il computer può quindi valutare tutte le 21000 possibili soluzioni simultaneamente, trovando quella ottimale con prestazioni 600 volte superiori a quelle dei computer tradizionali. Il chip, denominato quantum annealer, viene sfruttato per risolvere problemi di ottimizzazione, molto frequenti nel campo del machine learning e dell’intelligenza artificiale. Google afferma che per problemi che coinvolgono quasi 1.000 variabili binarie, il quantum annealing del computer quantistico supera nettamente il simulated annealing del computer tradizionale con prestazioni circa 100 milioni di volte superiori. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=-LhPE6FpJYk[/youtube] Ovviamente c’è ancora molto da lavorare in questa tecnologia, ma siamo fiduciosi nello sviluppo e miglioramento di questa nuova tecnologia che può portare a grossi passi in avanti ad applicazioni come l’intelligenza artificiale, la simulazione di intere missioni spaziali e la gestione del traffico aereo.

COME LE TECNOLOGIE DI INFOTAINMENT AUMENTERANNO LA SICUREZZA DELLE AUTO
Nel settore dell’automotive non è certo una novità il binomio tra tecnologia e sicurezza ma secondo l’ultimo osservatorio di UnipolSai 2015, la percezione dell’utilità d’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare la sicurezza degli occupati delle auto è aumentata drasticamente. Oggi, le auto sono sempre più connesse ed in futuro potranno interagire con le infrastrutture stradali e direttamente tra loro per scambiarsi dati come velocità, posizione, manovre di pericolo e tantissimo altro ancora. Grazie al sapiente utilizzo di sistemi di infotainment, dei sistemi di navigazione GPS e dei supporti alla connettività WiFi, le auto possono acquistare sicurezza offrendo agli occupanti un maggiore comfort durante gli spostamenti. Le auto, trasformante in una sorta di computer su quattro ruote, forniscono agli occupanti, per esempio, informazioni come lo stato di “salute” dell’auto, segnalando, cioè, eventuali problemi. Oltretutto grazie alla connettività ad Internet, è possibile rimanere aggiornati sul traffico piuttosto che sul meteo o su eventuali incidenti. Sarà possibile dunque rendere il proprio viaggio più confortevole ed al riparo da imprevisti. Grazie alla connettività ed ai servizi cloud, i moderni sistemi di infotainment possono scaricare in tempo reale dati riguardati le condizioni di traffico come eventuali code ed incidenti. Grazie poi ai nuovi sensori ottici sarà possibile dialogare con le infrastrutture stradali e con le auto vicine segnalando in anticipo situazioni di emergenza, eventuali ostacoli e tanto altro ancora. Le auto connesse, dei veri e propri computer su quattro ruote, forniscono anche informazioni puntuali sullo stato del veicolo avvisando gli occupanti delle manutenzioni e di tutti gli eventuali problemi di natura tecnica. Chi guida potrà, dunque, delegare una parte delle sue responsabilità a questi software e servizi che come dei fedeli copiloti aiuteranno in tutte le fasi della guida garantendo maggiore sicurezza e contestualmente anche minore stress. Le moderne auto connesse possono essere configurate anche per adattarsi ai diversi occupanti. Per esempio, i genitori potranno programmare l’auto affinché non superi un certo livello di prestazioni in maniera tale che un giovane neo patentato non debba incorrere in eccessi di velocità. Ma l’aspetto fondamentale dei moderni sistemi di infotainment è la loro espandibilità. In altri termini, grazie ai servizi cloud ed all’accesso alla rete, gli utenti potranno sempre aggiornarli per renderli più affidabili e ricchi di funzionalità. Inoltre, grazie agli sviluppatori, i moderni sistemi di infotainment possono essere dotati di applicazioni aggiuntive che possono migliorare i servizi a disposizione dell’utente. Di applicazioni ce ne sono di tutti i gusti, da quelle per la gestione dell’auto a quelle per l’intrattenimento. Ma l’aspetto fondamentale dei moderni sistemi di infotainment è la loro espandibilità. In altri termini, grazie ai servizi cloud ed all’accesso alla rete, gli utenti potranno sempre aggiornarli per renderli più affidabili e ricchi di funzionalità. Inoltre, grazie agli sviluppatori, i moderni sistemi di infotainment possono essere dotati di applicazioni aggiuntive che possono migliorare i servizi a disposizione dell’utente. Di applicazioni ce ne sono di tutti i gusti, da quelle per la gestione dell’auto a quelle per l’intrattenimento. Un esempio importante è stato annunciato da parte di Volkswagen, che seppur in un periodo particolare dati gli scandali sulle emissioni dei loro motori, non si ferma sul piano dell’innovazione annunciando che la maggior parte delle vetture commercializzate nel corso del 2016 a marchio Volkswagen saranno compatibili con le più recenti piattaforme di infotainment, ovvero Android Auto, Apple CarPlay e MirrorLink. Non ci resta dunque che aspettare per poterci goderci i nostri viaggi ancor più in sicurezza e comfort.

MYO, IL BRACCIALE PER CONTROLLARE... QUALSIASI COSA!
Un controller per console? Un telecomando avanzato per tutto il nostro impianto home theater? Un dispositivo domotico con cui controllare la casa? Un controller per i droni ? MYO è tutto questo. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=oWu9TFJjHaM[/youtube] Dalla Thalmic Labs arriva Myo, un bracciale high tech che potrebbe rivoluzionare il concetto di motion control (controllo tramite movimento), un pò come si fa con alcune console moderne. Il suo principio di funzionamento però è diverso, si basa infatti sugli impulsi elettrici che viaggiano nei muscoli del braccio. Myo sfrutta una combinazione di sensori di movimento e 'sensori d'attività', che percepiscono qualsiasi cambiamento e associano le gesture a precisi comandi, capta le trasmissioni elettriche nei muscoli per determinare i gesti elaborati da un processore ARM alimentato da una batteria ricaricabile. Lo scambio di dati fra Myo e il dispositivo da controllare, che sia uno smartphone, tablet o PC, avviene tramite Bluetooth a basso dispendio di energia. Potete ordinare Myo qui per $199. Il potenziale di questa, e altre tecnologie simili, è chiaramente infinito, l’unico limite è la fantasia degli sviluppatori. Infatti Myo offre SDK per le piattaforme più importanti quali Windows, Mac OS X ,iOS, Android, Unity.

SSD AD ALTISSIMA CAPACITÀ? BENVENUTA 3D V-NAND!
Gli SSD (solid state disk = hard disk a stato solido) sono stati di recente la rappresentazione dell’innovazione più grande per quanto riguarda la risoluzione del problema del collo di bottiglia di ogni personal computer, server o workstation, rappresentato dall’hard disk, su cui risiedono sistema operativo e programmi di utilizzo comune. Se da un lato il miglioramento prestazionale di una macchina, passando ad una soluzione SSD, è alquanto evidente, questa nuova tecnologia porta con se due problemi: costo elevato e ridotte capacità di storage rispetto ai dischi tradizionali. La soluzione a questo problema è arrivata da una nuova tecnologia: 3D V-Nand sviluppata in primis dalla napoletana Micron/Intel e dal colosso Samsung. Andiamo a descrivere la tecnologia: immaginate una cella V-Nand come un appartamento in cui memorizziamo un bit d’informazione. I primi SSD in commercio e molti di quelli attuali hanno le celle V-Nand disposte in maniera planare quindi immaginatele come villette a schiera, disposte in fila, in maniera matriciale, connesse alle altre con dei cavi (tipo fili del telefono) ed ogni villetta è ad un solo livello ed ha una sola stanza, in cui posso memorizzare la mia informazione, un bit. La tecnologia 3D V-Nand passa ad una soluzione spaziale diversa in cui le celle si dispongono in maniera anche verticale arrivando fino a 32 strati di celle. Immaginare questo tipo di memoria come un quartiere di villette fatto a più livelli verticali in cui ogni pila verticale di villette è connessa all’altra mediante un cavo alla sua sommità (tipo palo del telefono). In questo modo la densità di celle aumenta senza aumentare le dimensioni della base rettangolare dell’hard disk. Un’altra peculiarità interessante di questo tipo di tecnologia è la riduzione dell’interferenza intercella. Nella vecchia tecnologia, quella planare, in 2D, non era possibile miniaturizzare ancora di molto le celle a causa degli errori dovuti proprio alla miniaturizzazione mentre sviluppando in verticale l’interferenza intercella è ridotta e quindi è possibile aumentare la densità di celle per pollice quadrato riducendo la grandezza fisica delle celle. Infine, con questa nuova tecnologia, a parità di prestazioni, si ottengono hard disk a stato solido che consumano meno energia rispetto alle tecnologie precedenti, fattore che rende molto “green” questa innovazione. I vari competitors già hanno messo sul mercato dei componenti di questo genere ma per arrivare ad ottenere seri benefici dovremmo aspettare almeno un paio d’anni. Un giorno, nemmeno tanto lontano, potremmo avere nei nostri pc SSD da 10 TB al costo degli attuali dischi tradizionale da 4 TB, con prestazioni da capogiro e prezzi contenuti.

BEGIN THE REVOLUTION... NASCE "SPEFFY", IL NUOVO MODO DI VIVERE LO SPORT
È “made in Casoria” SPEFFY, il primo prodotto nato dal gruppo Research&Technology della DASIR TECH, che sarà proposto al Rimini-Wellness del 28-31 maggio 2015, la più grande fiera italiana del Fitness, del Benessere e dello Sport. Speffy è un nuovo modo di vivere lo sport, un concetto innovativo, un’idea che risponde al desiderio sempre più forte di dinamicità e movimento, una vera e propria rivoluzione. È l’acronimo di SPort Everywhere Forever For You, lo sport che vuoi, dove vuoi e senza limiti di tempo. Un concetto nuovo, un cambio di mentalità per offrire lo sport su misura per te, per scegliere l’attività fisica che desideri, nel posto che preferisci e nel giorno che vuoi. Circuito di aggregazione e motore di ricerca per centri sportivi e di benessere, nazionali ed internazionali, che avranno a disposizione uno spazio web dedicato, ove presentare i servizi offerti. Per i centri affiliati: Più visibilità - Spazio web personalizzabile e maggiore visibilità nel panorama sportivo, grazie al motore di ricerca “SpeffySearch”, ed alle campagne di marketing; Più entrate - Incremento delle utenze con conseguente aumento dei ricavi; Completamente gratis - Nessun costo di attivazione, nessun canone, supporto incluso. Per gli utenti: Sport che vuoi - Possibilità di variare tra le diverse attività sportive offerte dalla rete dei centri affiliati, senza scadenza temporale; Tariffe esclusive - Ingresso ai centri sportivi a prezzi vantaggiosi; Completamente gratis - Iscrizione gratuita al circuito; Sport is Changing...Change Your Mind! BEGIN THE REVOLUTION www.speffy.com Segui i nostri canali social per tenerti aggiornato. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=GSYuF3t5d0I[/youtube]

"TRUSTED VOICE", LA NUOVA FUNZIONE CHE PERMETTE DI SBLOCCARE IL TELEFONO CON LA VOCE.
Da anni i produttori di smartphone e dei sistemi operativi annessi cercano di trovare il modo più “smart” per sbloccare l’oggetto più usato dalle nuove generazioni. La prima azienda a sostituire il pin o uno sblocco di tipo grafico “sicuro” è stata Apple con il suo Touch ID poi adottato anche da altre aziende. Tra i sistemi di sicurezza biometrici dopo quello dell’impronta digitale e lo sblocco con il riconoscimento facciale, arriva lo “sblocco con la voce!” . A breve sarà possibile sbloccare qualunque smartphone Android 5.0 "Lollipop" con la voce. Anziché digitare un PIN o utilizzare altri strumenti alternativi per lo sblocco del telefono, basterà pronunciare la frase "OK, Google" per accedere immediatamente al contenuto del dispositivo mobile. La nuova funzionalità si chiama "Trusted Voice" ed è attualmente in corso di attivazione (arriva infatti con un aggiornamento automatico dei Google Services di Android). Questa novità potrebbe costituire la fine dell'obbligo di memorizzare e digitare i codici di accesso, che secondo una ricerca, è un compito che mette in difficoltà la maggior parte degli utenti, dato che il 96% degli intervistati ha confessato di fare spesso errori di battitura quando le digita. L'esigenza di dettare al telefono la parola (o la frase) d'ordine comporta inevitabilmente che chi ci sta attorno possa origliarla e quindi farne un uso illecito. In realtà dovrebbe essere un sistema di autenticazione biometrica che tiene conto anche dell'impronta vocale del legittimo proprietario. Gli estranei non potranno accedere ai dati anche se conosceranno la password. In questo modo, pur conoscendo le esatte parole da pronunciare, un malintenzionato non potrà avere accesso al dispositivo. Inoltre la possibilità di usare intere frasi dovrebbe consentire un maggiore livello di sicurezza grazie alle molteplici possibili combinazioni di parole. I tecnici di Google tengono a rimarcare che "Trusted Voice" è da ritenersi meno sicura anche rispetto all'utilizzo di un PIN o di una password. "Una persona con una voce simile oppure chiunque che detenga una registrazione della voce dell'utente possono essere in grado di sbloccare il dispositivo", si legge in una nota della società di Mountain View.

ARRIVA CHIP, IL PC LOW COST
Quella dei computer da una manciata di dollari è una categoria molto interessante che apre a scenari d'uso particolarmente variegati. CHIP è un nuovo computer presentato dai simpatici ragazzi di Next Thing , tre amici che costruiscono hardware e software, caratterizzato da un prezzo di listino di 9$. Dimensioni ridottissime e la potenzialità di essere integrato all'interno di un dispositivo mobile. Già installata nativamente troveremo una distribuzione Linux basata su Debian in grado di ricevere aggiornamenti via OTA (è un metodo che permette di aggiornare un dispositivo ricevendo via wireless il nuovo software.) . Saranno disponibili alcune applicazioni installate già al primo avvio, ma è previsto naturalmente anche il funzionamento con migliaia di applicazioni aggiuntive. L'utilizzatore finale potrà scegliere di installare un sistema operativo alternativo, come ad esempio qualsiasi altra distribuzione di Linux compilata per il funzionamento su architetture ARM basata su una famiglia di microprocessori RISC a 32-bit. Molto interessante, anche se in effetti dal sapore un pò vintage, l'accessorio Pocket CHIP che, con un esborso complessivo di 49$, consentirà di trasformare CHIP in un dispositivo mobile a tutti gli effetti. Integra una batteria da 3.000 mAh e un display da 4,3" sensibile al tocco, oltre ad una tastiera QWERTY. Il progetto è stato finanziato dalla campagna su Kickstarter, che ha raccolto fondi per 983 mila dollari.

ARC, LA PENNA VIBRANTE CHE AIUTA I MALATI DI PARKINSON A SCRIVERE
La micrografia è una delle tante conseguenze negative legate al morbo di Parkinson: chi è affetto dalla malattia tende infatti, con il passare del tempo, a scrivere lettere e parole in modo sempre più piccolo, fino a trasformare intere frasi in tratti talvolta incomprensibili. Una soluzione al problema potrebbe essere rappresentata dal progetto portato avanti da un team di studenti del Royal College of Art e dell’Imperial College di Londra. Il dispositivo in questione si chiama ARC ed è una speciale penna equipaggiata con motori che, vibrando, stimolano in modo mirato alcuni muscoli, così da migliorare il controllo del movimento da parte del paziente. Le sue dimensioni generose, inoltre, rendono più semplice l’impugnatura da parte di chi ha difficoltà a coordinare in modo preciso la posizione delle dita. Ciò che rende ancor più interessante il progetto è la sua origine: il gruppo di studenti ha iniziato a svilupparlo non con la finalità di consentire ai malati di Parkinson una scrittura più agevole, ma con l’obiettivo di far testare a chiunque che tipo di disagio comporta essere affetti dalla patologia. L’approccio utilizzato per ARC potrebbe in futuro essere applicato anche ad altri oggetti di utilizzo quotidiano, come pennelli per il trucco o mouse per il computer. L’obiettivo di queste soluzioni è quello di semplificare la vita di coloro che soffrono di questa problematica, in attesa che la ricerca in merito alle sindromi neurodegenerative compia un significativo passo in avanti.

GOOGLE X LAB: CREA PELLE SINTETICA PER TESTARE IL BRACCIALE CHE RILEVA IL CANCRO
Molti di voi conoscono Google per i suoi infiniti servizi, che vanno dal più performante ed utilizzato motore di ricerca del web ai più moderni ed innovativi servizi in cloud, ma probabilmente non tutti sono a conoscenza del Google X Lab. Google X Lab è stata fino a poco fa una struttura segreta situata a Mountain View, nei pressi della sede principale di Google Inc. in un edificio a tre piani costruito con mattoni rossi. Nello specifico si tratta di un laboratorio di ricerca avanzata, dove ci lavorano circa 250 persone, tra cui scienziati, ricercatori, programmatori e ingegneri che portano avanti progetti di fantascienza destinati a cambiare il mondo. Tra i principali progetti di “X” troviamo i ben noti Google Glass, già presenti in commercio, le automobili con pilota automatico e le mongolfiere per la propagazione del wifi. Uno degli ultimi incantevoli progetti riguarda la prevenzione del cancro ed è venuto fuori in questi giorni grazie alla nota rivista americana The Atlantic. Il nuovo prodotto di “X” consiste in uno speciale bracciale capace di rilevare le cellule tumorali, il tutto grazie a delle nanoparticelle programmabili che il paziente ingerirà sotto forma di pillola, le quali riusciranno a trovare le cellule malate ancorandosi ad esse e provocando una reazione chimica capace di emettere una luce particolare rilevabile dal bracciale. Questa procedura consentirà quindi la rilevazione di cellule affette da cancro in maniera non invasiva. Per testare questo innovativo sistema gli scienziati stanno mettendo a punto una pelle sintetica quanto più simile a quella reale in modo tale da capire come quest’ultima filtra la luce emessa dalle nanoparticelle e che effetti ha sulla rilevazione da parte del bracciale. Di seguito mostriamo il video pubblicato da “The Atlantic”. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=7dzI_azZEGI[/youtube]
